artist in officina
Artist Residency
Agata Stępień - Memoria Absentia, augosto 2024
Questo è il culmine del processo creativo di "Memoria Absentia" e del suo evento che lo accompagna. Sperimentando con moderni solventi conservativi, Agata Stepien mostra che il processo creativo può esistere attraverso la sottrazione, non solo l'addizione e l'accumulo. L'immagine iniziale viene radiografata da un tecnico restauratore, e diventa un bozzetto per i lavori successivi. Si tratta di un'esplorazione archeologica attraverso l'abrasione, la raschiatura e la combustione con sostanze chimiche.
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Non si tratta semplicemente di dipinti completati, ma di opere in evoluzione con elementi coesistenti, generativi e costruttivi. L'idea di questo progetto è nata qualche mese fa quando un amico dell'artista, conservatore ad Auschwitz, ha parlato della ristrutturazione di una cappella. Durante diversi mesi di esplorazione del pavimento, fece scoperte sorprendenti. Le sue parole evocano nell'immaginario dell'artista immagini di tunnel, corridoi e la tensione associata ad una possibile scoperta. Da bambina Agata sognava di diventare archeologa.
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I dipinti sono scatti del subconscio, un approccio alla bellezza, alla tragedia o allo splendore. Un’opera d’arte finita e completata è molto più della semplice somma delle sue parti. È anche una forza visiva che scatena distruzione, esagerazione e amore per l'estremo. Come esseri umani, siamo dominati dalle passioni, proprio come lo eravamo cinque o tremila anni fa. Pertanto, l’arte deve necessariamente confrontarsi con l’umanità. Questa semplice verità implica che l’arte, oltre ad esistere, può e deve dialogare con lo spettatore.
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Il processo dell'arte contemporanea si basa su impulsi provenienti dalla realtà, che riguardano la condizione umana, e costituisce una miscela di intuizione e istinto. L’arte contemporanea ci permette di raggiungere problemi e tensioni profonde, purché siamo preparati ad affrontarli. I sentimenti, anche se a volte scomodi, stimolano.
L’obiettivo di Agata è quello di rivelare tutto ciò che è incerto, nascosto, dubbioso e marginale rispetto all’ispirazione del processo creativo. Dimostrando che nessuno è esente dall’imperfezione e dall’insicurezza. Attraverso l'arte esprime i suoi sentimenti e definisce il processo creativo come un atto di assimilazione delle emozioni e di coinvolgimento personale dello spettatore. L’arte libera sia la sfera visiva che i concetti di arte, bellezza ed estetica.
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La creazione di un dipinto può richiedere diverse sessioni, ripetute ogni pochi mesi, fino a due anni. Ridipinte più e più volte, raschiate, intrise di resina, dipinte con la terra estratta da sotto le case ancestrali, queste opere diventano le compagne silenziose dell'artista…. Raccontano la storia delle donne e ogni narrazione femminile, una volta raccontata, diventa di per sé un successo.
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Margareth Dorigatti - EPISTOLARIUM-ATTESA, giugno 2024
ARTISTINOFFICINA ha il piacere di presentare il progetto “EPISTOLARIUM-ATTESA” dell’artista Margareth Dorigatti, da intendersi come “apertura” ad una serie di iniziative, tutte legate al lavoro che gli artisti invitati a svolgere la propria ricerca temporaneamente all’interno dell’Atelier-Officina, di volta in volta vorranno presentare a Montefollonico.
In un tempo in cui vige la regola del “tutto subito” e il pazientare non trova posto nella frenesia quotidiana della società contemporanea, Margareth Dorigatti invita a riflettere sull’attesa e sulle molteplici sfaccettature dell’animo umano che ne derivano. La corrispondenza epistolare, leitmotiv delle opere in esposizione, comincia a diffondersi nella prima metà del Duecento, in concomitanza con la diffusione della lingua volgare e l’inizio della produzione in Italia della carta, supporto di gran lunga più economico della pergamena. L’avvento dell’era digitale ha spazzato via in appena un quarto di secolo abitudini millenarie.
Non solo l’artista recupera quindi una tradizione in via di estinzione, ma ne fa un racconto autobiografico, intimo e personale. Nelle sue tele trovano spazio mistero e curiosità. Il contenuto delle lettere, a volte rivelato parzialmente, altre volte solo contestualizzato in un tempo e in un luogo in cui sono esistite, crea un legame invisibile con l’osservatore. Il coinvolgimento diventa poi emotivo, riesumando sentimenti di un tempo ormai perduto, ma vivo nei ricordi emozionali che influenzano il presente di ciascuno di noi.
“(…) Sei un’analista acuta, arguta, a volte spietata, del tuo, del nostro sentimento, cara Margareth: ed è in questa analitica espressiva ed esistenziale che si riassume il fascino del tuo ‘Epistolarium’, dove gli innesti cromatici, le tecniche miste, le doppie superfici, e tutto il dispositivo tecnico di cui disponi entra nel quadro con la spontanea efficacia emotiva di una carezza, segnalando armonie nella dissonanza senza presunzioni intellettualistiche, bensì secondo un certo flusso intuitivo, magnetica virtù del fare poetico nella pittura.(…)”
Duccio Trombadori (poeta, giornalista, critico d’Arte e docente di Estetica presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza) Dal catalogo della mostra tenuta presso la galleria MAJA Arte Contemporanea Roma.
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Torrita Di Siena